la mia filosofia

La chiave del benessere è la conoscenza!

Il mio scopo è quello di trasmettere il mio amore per il corpo umano e la voglia di diffondere il concetto secondo cui per risolvere un disagio muscolo-scheletrico, quindi per star bene, la strada migliore è quella della conoscenza.

Conoscere cosa?

Conoscere la causa di un problema muscolo-scheletrico, al di là delle mere informazioni tecniche sul sintomo, può far sì che un percorso di cura o riabilitazione si trasformi in un’opportunità di consapevolezza e conoscenza approfondita di sé.

Conoscere come funzioniamo è, per me, la chiave del benessere e della libertà dai dolori.

Vivere il disagio come punto di partenza per diventare responsabili del proprio benessere.

Spesso, mentre parlo con i miei pazienti, mi capita di sentire questa affermazione: “Se a 40 anni ho questo dolore chissà come starò a 50!”. Non è così!!

I sintomi, i disagi, gli squilibri si manifestano perché in un dato momento della vita, a volte molti di essi tendono a confluire nella stessa direzione, ma tutto dipende da:

  • Cosa facciamo
  • Le posture che assumiamo
  • Cosa mangiamo
  • Lo stile di stile di vita che conduciamo
  • Le reazioni emotive che abbiamo per ciò che ci accade

Anche se questi aspetti non rientrano direttamente sotto le mie dirette competenze professionali ritengo che tutto sia legato e che in tal senso sia fondamentale il lavoro collaborativo e di equipe.

Tuttavia con questa rubrica ho semplicemente voglia di raccontare la mia esperienza e la mia conoscenza professionale e di vita mettendola al servizio di tanti esseri umani affinché più persone possibili possano a loro volta prendere spunto per iniziare a tracciare nuove strade funzionali per il proprio benessere.

Pronti per iniziare? Allora scopriamo insieme il motivo per cui il dolore va considerato il nostro grande alleato!

Cos'è il dolore? È davvero un nostro nemico?

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Molto spesso i miei pazienti quando parlano dei loro sintomi descrivono il dolore come se fosse il loro peggior nemico da sconfiggere.

È davvero così? E se invece ti dicessi che il dolore è un grande alleato? Andiamo per gradi, partiamo prima dalla sua definizione!

Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale associata ad un danno tissutale, in atto o potenziale.

In passato si credeva che fosse uno stimolo che dalla periferia (ad esempio dal piede) arriva al cervello, come un meccanismo semplice di stimolo-risposta.

Oggi si è dimostrato che in realtà esso è il risultato di rielaborazioni e modulazioni a diversi livelli, ma soprattutto è fortemente influenzato da fattori emotivi, celebrali ed ormonali.

Insomma varianti come la cultura, la religione, l’ambiente, l’alimentazione, lo stato fisico e lo stato mentale determinano in modo incisivo la percezione, la rappresentazione e dunque la risoluzione di un sintomo.

Ad esempio nel mio lavoro più volte mi è capitato di riscontrare che, a parità di condizioni cliniche, le percezioni e risoluzioni del dolore sono ampiamente differenti tra Tizio che sperimenta un determinato dolore per la prima volta e Caio che ne ha sempre sentito parlare perché un familiare ne soffre da anni.

Nella maggior parte dei casi lo stato di apprensione e preallarme di Caio sono un fattore determinante per la maggiore percezione del sintomo.

Proprio per questo, la mia missione, con i miei pazienti è quella di far capire loro che il dolore, se visto come un alleato, può essere vissuto con minore disagio e risolto più rapidamente.

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Perché il dolore è un nostro alleato?

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1 – PROTEGGE IL NOSTRO CORPO.

È un prezioso campanello d’allarme!

Se non percepissimo il dolore, il corpo continuerebbe a fare quel gesto o quel movimento che potrebbe creare un danno.

Immagina cosa accadrebbe se non allontanassimo, per riflesso, la mano dal fuoco; oppure cosa accadrebbe se non bloccassimo il movimento di un braccio dolente, che se protratto nel tempo, potrebbe creare un danno.

2 – COMUNICA CHE È ARRIVATO IL MOMENTO DI FERMARCI.

Molte volte un piccolo disagio non è sufficiente per far sì che ci si interroghi su cosa di errato stiamo facendo (ad esempio posizione errata al pc o esercizi non adeguati in palestra) o come stiamo vivendo in un determinato momento della nostra vita (troppo stress o frenesia); è allora che il nostro corpo, macchina perfetta e dotata di una propria intelligenza, rincara la dose di disagio permettendoci di recepire il messaggio.

3 – COSTRINGE A PRENDERCI CURA DI NOI.

Un giorno di riposo, una consulenza, un trattamento, insomma finalmente un po’ di tempo dedicato a noi stessi.

4 – PERMETTE DI ASCOLTARE IL NOSTRO CORPO.

Nella frenesia della vita quotidiana pochi di noi oggi hanno l’abitudine di portare attenzione sul corpo o alcune parti di esso.

5 – PERMETTE DI CONOSCERCI MEGLIO

Secondo il principio della metamedicina, ad ogni sintomo corrisponde un messaggio che il nostro corpo ci vuole comunicare, non solo relativo a quel distretto, ma in merito alla nostra vita in generale.

Ad esempio, per grandi linee, un dolore alla spalla ci potrebbe comunicare che non sopportiamo il peso di alcune responsabilità; un dolore al ginocchio ci potrebbe comunicare che dobbiamo prendere una decisione; il mal di testa ci potrebbe comunicare che abbiamo troppi  pensieri etc…

Le mie conclusioni?

Con queste mie parole non voglio dire che dobbiamo fare salti di gioia quando arriva un dolore, quanto piuttosto che ognuno di noi ricordasse che esso non è un nemico da odiare e sconfiggere, ma un alleato da interrogare, ringraziare e congedare.

Interrogare come?

  • Qual è la sua causa?
  • Cosa posso fare per stare meglio?
  • Da cosa mi protegge?
  • Cosa mi vuole comunicare?

Dedicando ogni giorno un po’ di tempo al nostro benessere il nostro corpo non avrà più bisogno di chiedere aiuto al dolore suo grande alleato!

“Il dolore è ancor più dolore se tace” Giovanni Pascoli

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